Questa metodica sfrutta in campo fisioterapico onde sonore a frequenza molto più alta di quella percepita dall’orecchio umano. Si tratta di apparecchiature di tipo elettromeccanico che sfruttano le proprietà piezoelettriche dei cristalli di quarzo per produrre l’ultrasuono.
Gli ultrasuoni possono essere somministrati in tre diverse modalità:
● applicazione diretta a manipolo (operatore dipendente)
● applicazione diretta statica
● applicazione indiretta con immersione in acqua della zona target del trattamento
L’azione meccanica degli ultrasuoni è molto peculiare: le compressioni e decompressioni indotte dall’onda hanno un
effetto molto simile a quello di un massaggio profondo; viene così favorito il processo di diffusione dei liquidi attraverso le membrane vasali con risultato anti-edemigeno, utile quindi per il trattamento degli edemi. Le vibrazioni indotte possono avere anche un effetto fibrolitico utile ad esempio per la gestione dei processi aderenziali patologici. L’ultrasuono genera inoltre un effetto termico che li rende anche una forma di termoterapia con conseguenti effetti trofici di aumento del metabolismo locale e riattivazione della circolazione locale.
Le indicazioni terapeutiche più comuni sono pertanto:
● edemi post-traumatici e post-chirurgici
● ematomi organizzati
● contratture muscolari
● cicatrici e cheloidi
● processi flogistici sub-acuti e cronici (tendinopatie e borsiti)
● artrosi
● nevralgie superficiali
● morbo di Dupuytren
É sconsigliato utilizzare gli ultrasuoni in presenza di: osteoporosi, neoplasie maligne e alcune patologie dermatologiche.